IL FUMO DEGLI INCENDI CANADESI SUI CIELI ITALIANI

IL FUMO DEGLI INCENDI CANADESI SUI CIELI ITALIANI

Buongiorno a tutti voi, da giorni si parla di questo cielo lattiginoso, quasi irreale. Ma no, questa volta non c’entra la solita polvere sahariana: ciò che vediamo sopra le nostre teste è il risultato di un viaggio di oltre 7000 chilometri che ha portato nei cieli italiani il fumo degli incendi in Canada.

Sì, avete letto bene: fumo canadese nei nostri cieli o meglio, le sue componenti più fini tra cui PM2.5 e PM10; particolato atmosferico capace di percorrere distanze enormi sospinto dalle correnti atmosferiche in quota, in particolare dalla corrente a getto polare. Queste sostanze vanno chiaramente a peggiorare la qualità dell’aria sia in quota che al suolo. Infatti, secondo ARPA Valle d’Aosta le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria posti ad alta quota hanno rilevato un aumento delle concentrazione di inquinanti che poi sono scesi anche al suolo.

Tutto ha origine nei vasti incendi che da settimane stanno devastando le foreste del Canada centrale, con centinaia di roghi attivi, alcuni fuori controllo. Ebbene si, ciò che accade a migliaia di km di distanza può avere effetti significativi anche sull’Italia e questo ci deve far capire quanto siano complesse le interazioni atmosferiche.

E no, non c’è di mezzo nessun complotto o fantasiose “scie chimiche”. Spesso quando si fatica a dare una spiegazione ad un fenomeno si arriva a dire, nei casi meno estremi “non è possibile” mentre c’è chi anche crede che “ci stanno avvelenando l’aria” e magari sono gli stessi che fumano anche le sigarette. Purtroppo l’aria è già “avvelenata”, in un certo senso, da tutti gli inquinanti che l’umanità emette in atmosfera ogni giorno, ora, minuto e secondo. Quegli stessi inquinanti che ora si stanno producendo negli incendi in Canada e di cui fa parte anche il particolato atmosferico. Quest’ultimo e composto da particelle microscopiche di varie grandezze che stanno oscurando i cieli e per la quale è ormai confermato siano coinvolte nello sviluppo di diverse patologie anche tumorali, tra cui il carcinoma polmonare. Tema che ho avuto l’occasione di approfondire nella mia tesi universitaria.

Inoltre, gli incendi non sono di certo una novità e non si tratta di un qualcosa mai visto prima. Più volte negli ultimi anni i fumi degli incendi avevano raggiunto, ad esempio, la Groenlandia. Ecco però che in un atmosferico resa più calda dall’emissione di inquinanti, come l’anidride carbonica, responsabili del riscaldamento globale che a sua volta rende più facile (seguito del probabile innesco di malintenzionati) la formazione di incendi più estesi e più numerosi. Questi incendi non fanno altro che, a loro volta, contribuire all’inquinamento in atmosfera. Un circolo vizioso dalla quale al momento non siamo in grado di uscire.

📷Le immagini satellitari di questa mattina mostrano nitidamente lo strato di fumo che ha ormai invaso i cieli di tutta Italia🌫

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Immagine di repertorio