Tra maltempo e fragilità del territorio
Buon pomeriggio a tutti @follower;
sono passate circa 3 settimane dell’esondazione del torrente Balbano, affluente del fiume Burano, che ha provocato danni ad un ponte provvisorio ricostruito dopo l’alluvione del 2022 e disagi alle comunità locali. Nelle settimane successive, sono avvenuti altri episodi di maltempo sulla provincia di Pesaro-Urbino che hanno provocato frane, allagamenti e colate di fango. Chiaramente, è stato un periodo critico per il nostro territorio. I recenti eventi meteo intensi si inseriscono in un quadro idrogeologico, climatico e sociale profondamente complesso e che necessita di una riflessione dettagliata.
Se fino a qualche mese fa ci trovavamo in una situazione di deficit idrico, ora la condizione si è ribaldata completamente. Durante l’intervallo di tempo compreso tra il 15 settembre e il 20 ottobre si sono verificate precipitazioni estremamente abbondati. In alcune zone è caduta la pioggia che solitamente cade in alcuni mesi. Ebbene, tra le zone più colpite troviamo nuovamente Cantiano, dove il susseguirsi di episodi piovosi ha generato nuove locali criticità. Di fatto, intorno ai primi di Ottobre si sono registrati quasi 200 mm di pioggia in due giorni che hanno inevitabilmente saturato il terreno di acqua e, di conseguenza, reso incapace di assorbire ulteriori piogge. Dopodiché, il 10 Ottobre un temporale abbastanza stazionario ha interessato la stessa area con accumuli superiori ai 60 mm. La sequenza di fenomeni meteorologici intensi ha contribuito a un rapido aumento dei livelli del torrente Balbano, causando infine la sua esondazione.
Le polemiche sulla pulizia dei fiumi e la gestione territoriale
Di fronte a questo nuovo evento, sono emerse numerose polemiche sulla gestione del territorio e sulla manutenzione dei corsi d’acqua. Alcuni hanno sollevato dubbi sulla pulizia del torrente, suggerendo che la presenza di detriti e vegetazione in eccesso ne abbia causato l’esondazione. Tuttavia, la questione è più complessa di come appare. La pulizia dei fiumi è certamente un aspetto rilevante, ma deve essere eseguita in modo mirato e bilanciato.
Secondo un articolo scritto da Jacopo Pasotti, geologo e giornalista con una laurea in comunicazione scientifica, pubblicato sul sito “Radarmagazine”, rimuovere completamente la vegetazione lungo gli argini può rendere i corsi d’acqua più vulnerabili. Essa svolge un ruolo cruciale stabilizzando le sponde e limitando l’erosione, mentre una carenza di sedimenti può compromettere la sicurezza degli argini e l’equilibrio dell’ecosistema fluviale. Per questo motivo, eliminare tutta la vegetazione a monte, a valle e lungo gli argini andrebbe solamente ad aggravare la situazione. Interventi di pulizia eccessivi o mal progettati potrebbero aumentare la velocità del torrente e, di conseguenza, il rischio di danni in caso di piena. È quindi fondamentale pianificare interventi di manutenzione con attenzione, tenendo conto della natura del corso d’acqua e delle condizioni locali, senza ridurre la questione a semplici operazioni di sgombero.
Ovviamente, ciò non toglie che può rappresentare comunque un problema, analogo allo sfruttamento indiscriminato del suolo. Entrambi hanno un ruolo rilevante nell’aumentate il rischio di eventuali criticità.
Il ruolo del cambiamento climatico
Oltre alle problematiche locali, è essenziale comprendere il contesto globale. Il cambiamento climatico sta intensificando sia la frequenza che l’intensità degli eventi estremi, portando a situazioni di piogge intense alternate a lunghi periodi di siccità. Questo mutamento ha un impatto rilevante sulla gestione dei corsi d’acqua e rende più complesso prevedere e contenere eventi come quelli recenti. Nell’ultimo mese, episodi estremi si sono verificati in varie parti d’Europa e del Mediterraneo, tra cui il tragico alluvione del 29 ottobre nella provincia di Valencia, dove le piogge hanno superato i 500 mm in sole 8 ore, causando oltre 200 vittime e circa 1900 dispersi. 500 mm equivalgono a 500 litri di acqua per metro quadrato di terreno. Una quantità di acqua enorme, superiore anche all’evento verificatosi nella stessa Cantiano nel tragico 15 Settembre 2022 quando i mm erano stati circa 420 in 6 ore.
È evidente ci sia stato un cambiamento nella distribuzione delle precipitazioni, con picchi concentrati in periodi molto brevi. Questo crea condizioni difficili da gestire anche in aree che dispongono di buone infrastrutture.
Conclusioni
In sintesi, la manutenzione dei fiumi e dei torrenti è sacrosanta ma deve essere eseguita secondo linee guida che considerino la struttura e la resilienza degli argini, evitando pulizie indiscriminate. Tuttavia, da sola non basta: il cambiamento climatico, e il conseguente aumento degli eventi estremi, richiedono una pianificazione a lungo termine, capace di affrontare sfide locali all’interno di un quadro climatico globale già compromesso.
A presto da Meteo Fossombrone